Gli animali selvatici hanno imparato a sopravvivere nel loro ambiente naturale.
Inoltre, le giornate corte sono poco adatte per l’assunzione di cibo. Il movimento nella neve alta è difficoltoso e richiede la dispersione di molte energie. La selvaggina si trova a dover superare i lunghi mesi invernali con temperature estremamente gelide (in media di -10°C a 2000 m.s.l.m.). Il risparmio di energia è perciò di vitale importanza. La selvaggina ha inoltre sviluppato diverse strategie di sopravvivenza per risparmiare energia durante l’inverno.
Contrariamente agli animali da reddito, di principio gli animali selvatici non necessitano di nessun tipo di foraggio da parte del’uomo. Si sono infatti adattati molto bene alla scarsa offerta di foraggio durante l’inverno. Con le prime nevicate, caprioli e cervi si spostano in un territorio invernale poco disturbato. Il loro ritmo diurno viene adattato e le loro attività ridotte al minimo. Gli animali rallentano il proprio metabolismo, riducono la loro temperatura corporea e il loro battito cardiaco e adattano i loro processi digestivi. Le riserve di grasso accumulate durante l’estate li aiutano a svernare.
In inverni rigidi e tramite offerte di cibo da parte dell’uomo gli animali possono essere indotti in tentazione cercando foraggio al di fuori dei loro territori di svernamento. Perciò, in casi eccezionali, la somministrazione di foraggio direttamente nel loro naturale habitat invernale può essere sensato per mantenere gli animali nei loro abituali territori. Queste azioni possono però esclusivamente essere esercitate da persone qualificate.